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IL TURISMO NEL PERIODO DEL CORONAVIRUS

Dallo spunto di un tema scolastico, nasce l’articolo di Melissa, una fotografia puntuale dal punto di osservazione di una giovane ragazza che si sta affacciando al mondo del turismo. Buona lettura!

Da qualche mese ormai, stiamo vivendo una situazione senza precedenti, la scoperta e la lotta contro il “Coronavirus”, che è stato dichiarato dall’organizzazione mondiale della sanità una vera e propria pandemia.

Questo è un “virus bastardo” altamente contagioso, che sta uccidendo ogni giorno migliaia di persone di tutte le età, ma soprattutto gli anziani che sono la memoria della nostra civiltà.

Il virus oltre le vite umane, sta mettendo a dura prova l’economia mondiale. 

L’Italia, il nostro paese, è una delle più ambite destinazioni turistiche al mondo, per la bellezza dei luoghi, il patrimonio storico-culturale ed enogastronomico.

Il turismo è una delle industrie più importanti per l’economia dell’Italia.

Le strutture ricettive in generale, sono state le prime ad essere colpite da questa pandemia. 

In un primo momento i vari governi, hanno chiuso le tratte aeree, e ciò ha comportato la richiesta di cancellazioni di soggiorni da parte dei turisti, in parte per impossibilità di arrivare e in parte perché impauriti dalla situazione.

In pochissime settimane questo “tsunami” di cancellazioni ha provocato la distruzione della programmazione turistica di molti mesi.

Nel mese di marzo, il virus si è diffuso prepotentemente in Italia partendo dal Nord, ciò ha comportato anche il blocco del turismo domestico, con il divieto di circolare, riassunto nell’hashtag #IORESTOACASA.

Prendiamo ad esempio un albergo, al centro di Roma, pronto per affrontare l’inizio dell’alta stagione, quindi con staff e risorse al massimo, che vede la cancellazione del turismo leisure, business e congressuale.

La prima azione effettuata dall’albergo è stata mandare i dipendenti in ferie e bloccare gli ordini delle derrate alimentari.

Alcuni alberghi già approvvigionati hanno deciso di metterle a disposizione per beneficenza e solidarietà.

Da qui, sono poi partiti decreti per la chiusura totale delle strutture ricettive, trasformando in molti casi le ferie in cassa integrazione.

Con l’aumentare dei contagiati, c’è stata la necessità di trovare dei luoghi dove, le persone poste in quarantena potessero trascorrere questo periodo. Alcuni hotel si sono resi disponibili per questa necessità.

L’ondata delle cancellazioni ha compromesso anche i servizi turistici complementari come bar, ristoranti, musei, servizi di trasporto, guide turistiche, siti archeologici, eventi e congressi, agenzie di viaggi e tour operator, che hanno incontrato le stesse difficoltà a livello economico e di personale.

Per capire il dramma che stiamo vivendo basta soffermarsi a guardare le immagini delle nostre città deserte e desolate come mai avremmo potuto mai immaginare.

Le difficoltà che oggi stiamo vivendo ci permetteranno di costruire un futuro migliore, partendo dalla frase della speranza #ANDRÀTUTTOBENE.

Melissa Cocco

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