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Lettera Aperta

Carissimo Alessandro,

mi dispiace ma questa volta hai preso un forte abbaglio!

Leggendo quanto riportato nella tua intervista su Pambianco News Hotellerie, si leggono dei passaggi che possono, a mio avviso, divenire pericolosi ed accentuare ancor di più la spinta verso l’abusivismo, cosa che ne Federalberghi ne le persone civili vogliono.

Andiamo per ordine:

Le regole del comune di New York non prevedono divieti, ma solo il ragionevole obbligo di rispettare le regole vigenti per l’attività che eserciti.

Le regole a New York, così come in moltissime parti del mondo, esistevano, esistono ed esisteranno, ciò che è avvenuto a New York, in sintesi, è il divieto di affittare la proprietà privata, è il divieto di competere nel mercato ad un’Azienda. Quanto accaduto a New York, raccoglie il plauso di chi non è cosciente che tale iniziativa (che sono certo verrà sovvertita a breve da Tribunali Federali), induce al restringimento delle libertà di utilizzo della proprietà privata e inibisce la libertà di operare ad un’Azienda, sinceramente non ho modo alcuno di comprendere come si possa gioire di tali attività antidemocratiche.

Come ti accennavo prima, questo tipo di azioni, di sicuro generano reazioni, ed ecco cosa trovi sui due maggiori portali:

Screen Shot catturato in data 05/09/2023
Screen Shot catturato in data 05/09/2023

Divertente notare che a Manhattan, sembra non abbiano preso sul serio l’iniziativa. Ancor più interessante è vedere che il 95% delle strutture che insistono su Manhattan pubblicizzate su Booking, non sono disponibili, e non abbiamo posto limiti di prezzo.

Se vuoi fare l’albergatore, prendi una licenza da albergatore.

Su questo punto aprirei due fronti, il primo che si riallaccia a quanto sopra descritto, le regole esistono, andarle a restringere ulteriormente è palese dimostrazione, da parte degli organi preposti, di incapacità oggettiva al controllo. Oggi questa, ad esempio, è la situazione nel Comune di Roma:

FONTE (Open Data Comune di Roma, Luglio 2023)

Questo significa che, partendo dalle strutture registrate e quindi potenzialmente non abusive, 12.866 aziende, ditte individuali e proprietari di immobili, dovrebbero prendere la licenza sulla base dei residui 1061 alberghi? Questa a casa mia non si chiama democrazia, perché (sempre a numero di licenze/permessi) il 7,61% di una Comunità (la Comunità Turistico Ricettiva della Capitale) non può e non deve dettare legge al restante 92,39%, sempre che la matematica – come spesso accade in alcuni ambienti – non sia solo un’opinione.

Vedi Alessandro, dal punto di vista di chi gestisce le strutture extralberghiere, non si sentirà mai l’esigenza di voler belligerare sul piano legislativo per inasprire le regole che determinano l’operatività degli alberghi, al contrario, si è molto favorevoli ad una semplificazione di queste. Sinceramente non comprendo l’esigenza da parte di molti organi rappresentativi di voler a tutti i costi lottare per peggiorare le regole altrui, piuttosto che unirsi per semplificare le regole di tutti.

Veniamo un attimo al mercato, dal primo giorno in cui ho messo piede nel mondo del lavoro, sono sempre stato bombardato dal refrainè il mercato a decidere”, poi quando ho iniziato il mio percorso lavorativo in hotel, questo refrain è diventato un mantra. Come mai, di colpo, se il mercato sceglie un prodotto diverso, più fresco, più in linea con le sue aspettative, si innalzano barriere contro quello stesso mercato che fino a ieri era definito il “datore di lavoro”? Oggi il mercato non è più in grado di scegliere per sé stesso e quindi va “accompagnato” nelle scelte diminuendo drasticamente l’offerta? Perdonami ma questo scenario è davvero difficile da comprendere.

Il secondo fronte che intendo percorrere a seguito della tua frase: “Se vuoi fare l’albergatore, prendi una licenza da albergatore.” è più semantico del primo. A mio avviso, se vuoi fare l’albergatore, prima studi da albergatore, poi richiedi un’eventuale licenza. Prima ti prepari a diventare un albergatore, poi richiedi una licenza.

Purtroppo, e sono certo che converrai con chi scrive, oggi essere albergatori non è altro che il passaggio generazionale tra la precedente e l’attuale generazione che molto spesso crede che essere albergatori avviene per passaggio dinastico o per ancora inesplorate spire del DNA genitoriale. Se unisci questo alla palese incapacità innovativa delle precedenti generazioni, se lo unisci all’”abbiamo sempre fatto così”, se lo unisci alla cristallizzata classificazione alberghiera – ormai vetusta ed inefficace -, se lo unisci alla dichiarazione di tariffa massima da dover esporre al pubblico, comprenderai che l’attuale mondo è ben distante dall’ospitalità che alcuni ancora manifestano, è ben lontano dall’innovazione tecnologica che una capitale come Roma dovrebbe offrire al mondo. Ben vengano gli investimenti stranieri, ben vengano le spinte di marchi di prestigio che, sembra strano a dirlo, saranno dalla parte dell’innovazione, saranno dalla parte di un prodotto fresco, di un prodotto all’altezza delle aspettative di un mercato effervescente che è sempre alla ricerca di novità, di unicità, di esperienza, proprio come il tanto vituperato mondo dell’extralberghiero.

Non a caso grandi brand, stanno puntando sullo Short Rental:

Marriott International,

Rocco Forte,

Radisson Group,

Accor One Fine Stay,

Mandarin Oriental

e una delle Compagnie Alberghiere più amate dai Romani…sti:

Auberge Resort Collection.

Sappiamo che per rispondere al cambiamento del mercato, abbiamo inventato le “pertinenze alberghiere” restando sotto l’egida della stessa licenza operativa, non distanziandosi troppo dalle altre proposte extralberghiere, se non per la possibilità di erogare i servizi già presenti nella casa madre della struttura.

Cambierei quindi il tuo assunto in “Se vuoi fare l’albergatore, studia, altrimenti fai l’imprenditore e lascia guidare le strutture a professionisti riconosciuti in un albo”, professionisti, non prestanomi.

Mi soffermo poi sull’ultima parte del tuo intervento: “Federalberghi e Federalberghi extra (associazione delle attività ricettive extralberghiere) chiedono di mettere fine a questo ‘far west’ nell’interesse di tutti gli operatori, perché l’evasione fiscale e la concorrenza sleale danneggiano tanto le imprese turistiche tradizionali quanto chi gestisce in modo corretto nuove forme di accoglienza”, qui occorre fare un po’ di chiarezza per chi legge, altrimenti si continua a vivere nella confusione:

Federalberghi Extra, come da statuto, è un organo costituito dalla Federazione delle Associazioni Italiane Alberghi e Turismo, quindi da Federalberghi, in pratica come se la Federazione delle Automobili costituisse una Federazione delle Motociclette con le quali è in contrapposizione…detto questo, si chiede di mettere fine al “far west”, ovvero alla confusione che sia nelle istituzioni che negli operatori regna sovrana. Per prima cosa, la confusione deriva dall’involontario (o volontario?) errato utilizzo dei termini.

Affitti brevi, Locazioni turistiche, Locazioni Brevi, Case Vacanza, Affittacamere, B&B, etc., termini che hanno ognuno un significato specifico, ma che vengono utilizzati strumentalmente per accrescere la confusione di operatori, amministratori e opinione pubblica. Le leggi ed i regolamenti esistono per ogni fattispecie, con limitazioni operative decrescenti rispetto alla crescita dei doveri imposti, quindi di cosa parliamo?

Desidero però soffermarmi sull’ultimo punto ovvero: “…nell’interesse di tutti gli operatori, perché l’evasione fiscale e la concorrenza sleale danneggiano tanto le imprese turistiche tradizionali quanto chi gestisce in modo corretto nuove forme di accoglienza.” Sarebbe auspicabile conoscere posizioni ed attività di contrasto nei confronti di chi ha evaso 1,8 milioni di euro di contributo di soggiorno, e che ha messo in ginocchio decine di famiglie chiudendo l’attività (che, come l’araba fenice che rinasce dalle sue stesse ceneri, questi rinascono sotto altre vesti), contro chi ha evaso 2,5 milioni di euro di contributo di soggiorno. Queste realtà non agiscono in concorrenza sleale nei confronti degli altri albergatori che invece seguono le regole fino in fondo?

Alessandro, quello di cui, a mio avviso, si ha realmente necessità, è una fotografia scevra da ogni pregiudizio (per capirci, non sto pensando a Sociometrica…), sai, il mondo dell’extralberghiero in genere, è un indotto che genera molti posti di lavoro, un volano per l’economia dell’area dove opera, molta ricchezza per diverse realtà-destinazione.

Comprendo che la paura di essere trangugiati da un mercato con manifeste esigenze diverse dal passato, a cui non siamo (o non abbiamo voluto) rispondere adeguatamente e per tempo, porta ad azioni sconsiderate, approssimative ed affannose.

Sai, durante la mia carriera, ho dovuto molte volte ricordare ai miei “capi” (che a volte non avevano mai messo piede dietro an un bancone della reception), che sono gli ospiti che fanno i numeri, e non viceversa.

Se l’offerta 1, 2 stelle è ormai vetusta e non accettata più dal mercato, non è colpa dell’extralberghiero, non è colpa della “Signora Maria” che affitta il suo appartamento.

Ti vedo! So che stai per dire: “La Signora Maria non gestisce 300 appartamenti!”, come d’altronde ricordava qualche giorno fa l’Assessore Onorato. Vedi, Alessandro, esistono diverse fattispecie nel mondo dell’ospitalità. Sono certo che non ti dico nulla di nuovo se parlo di contratti di management, o di lease-management. In pratica, sai di certo meglio di me, che l’Hotel Bulgari, non è proprietario delle mura, il Cardo Hotel, non è proprietario delle mura, così come quasi il 100% dei marchi e delle strutture alberghiere che insistono sul nostro territorio, non hanno la proprietà delle mura, perché, spesso, i proprietari delle mura sono imprenditori, fondi o anche privati, che mettono a reddito le loro proprietà. Perché questo non è plausibile, a modo di vedere di alcuni, nel mondo degli immobili residenziali? Esistono fattispecie che rispondono al nome di Property Manager, che gestiscono il patrimonio immobiliare di persone, fondi o aziende.

Spero quindi, Alessandro, che prima o poi la ragione prevalga rispetto alla contrapposizione inutile e dannosa.

Spero che la finiremo di vedere Hotel 5 stelle vendere a gennaio una doppia con la prima colazione a 34 euro, spero che la finiremo di leggere che sul territorio italiano vi sono migliaia di abusivi.

Spero che uniti, i due mondi, possano disegnare insieme un solco di unità di intenti diretti al miglioramento dell’ospitalità italiana, che ha fatto scuola e che ci auguriamo tutti possa ancora una volta insegnare al mondo intero la suprema eccellenza che l’italianità è in grado di rappresentare in tutti gli ambiti raccolti sotto l’abbraccio di una parola che amiamo tutti:

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DOVE VAI SE LE SOFT SKILL NON CE L’HAI

Con questo articolo iniziamo un viaggio nel mondo delle soft skills e del Revenue Management del Capitale Umano. Iniziamo a comprendere l’utilità delle soft skills, come identificarle, come comprendere quali possediamo, come comprendere quali non possediamo, perché la consapevolezza è imprescindibile in ogni mercato del lavoro, ma soprattutto nel mercato turistico ricettivo permette al Singolo di proporsi alle Aziende giuste, ed alle Aziende di trovare il Talento giusto.

Perché sono diventate così importanti le soft skill per manager che si rispettino? Quali sono quelle più importanti? Come fare a padroneggiarle? Un nuovo libro di Gian Carlo Cocco svela i segreti per integrare con successo la cultura umanistica con il pensiero critico e la creatività

a cura di Ugo Perugini

Uno dei termini più usati nel linguaggio aziendale è know how, con il quale si identificano le conoscenze necessarie e indispensabili nell’ambito del lavoro, risorse intangibili per poter eccellere in qualsiasi attività professionale e in ogni struttura organizzativa.

Nello specifico, si parla più precisamente di hard skill, cioè di competenze tecniche fondamentali, e di soft skill, competenze comportamentali, altrettanto indispensabili per una formazione completa e soddisfacente.

IL GRANDE SUCCESSO DELLE SOFT SKILL

Negli ultimi tempi, anzi, è aumentata notevolmente l’attenzione che i numerosi corsi destinati a manager di alto livello riservano a temi legati alle soft skill, quali l’empatia, l’intelligenza emotiva, la creatività, la capacità di collaborare, comunicare, gestire i collaboratori, solo per citarne alcuni.

Questi temi sono ormai oggetto anche di MBA e dottorati di ricerca, e l’idea che prende sempre più forza è che siano assolutamente indispensabili per il successo aziendale e, di converso, la loro carenza, crei situazioni difficili nell’ambito delle organizzazioni.

In altri termini, le soft skill non vengono più considerate, come accadeva in passato, ancillari rispetto alle hard skill, cioè alle competenze specifiche e tecniche relative alla propria professionalità.

Oltretutto, mentre queste ultime continuano a evolversi, sono complesse da individuare, visti i rapidissimi progressi del mondo informatico, e richiedono corsi mirati e aggiornamenti continui, le soft skill hanno il vantaggio di poter essere studiate in modo diretto, tecnico, pratico, immediatamente fungibile da parte del discente.

L’IMPORTANTE CONTRIBUTO DEL PROF. GIAN CARLO COCCO: DAL “TIME TO MIND” ALLE “23 SOFT SKILL STRATEGICHE”

Sul tema delle soft skill, il prof. Gian Carlo Cocco, dopo il precedente lavoro, intitolato “Time to Mind”, un manuale di apprendimento individuale e collettivo con l’obiettivo di favorire l’autoformazione, sta ora per pubblicare un nuovo libro, più agile e diretto, che si intitola “23 soft skill strategiche”, che entra nel vivo del tema, analizzando punto per punto i comportamenti più virtuosi che determinano la capacità di qualsiasi persona. (Si veda la sintesi degli argomenti più sotto)

La prima considerazione da fare è che le soft skill non nascono da una visione iperdeterministica della vita, condizionata dall’economia, dal commercio, dalle regole della competizione o dall’egemonia del mercato, come potrebbe sembrare a prima vista.

Una certa cultura umanistica è portata a contrapporre la cultura con la C maiuscola al know how, inteso come insieme ampio e variegato di conoscenze (hard skill) e capacità (soft skill) necessarie a svolgere una determinata attività. Ma è un errore. Anzitutto, le hard skill e le soft skill sono due facce della stessa medaglia che si può definire in termine più ampio “competenza”.

LE SOFT SKILL COME SUPERAMENTO DI UNA CERTA VISIONE UMANISTICA LEGATA AL PASSATO

Le conoscenze, comprese quelle umanistiche, acquisite tramite lo studio e l’esperienza sono importanti perché rappresentano il “bagaglio professionale” di una persona. E tanto più è ampio questo bagaglio quanto più è apprezzabile. Ma tali conoscenze restano inattive se non è possibile integrarle con altre capacità che siano in grado di completarne la professionalità e fare in modo che il sapere acquisito diventi un vero e proprio valore aggiunto.

Nel nostro Paese la cultura umanistica spesso è stata concepita come conservazione di conoscenze del passato, e, anche se non porta con sé elementi funzionali ai compiti che oggi dobbiamo affrontare, considerata comunque utile perché contiene valori etici ed estetici importanti, come la saggezza e la bellezza, che dovrebbero aiutare le persone a riflettere o a pensare meglio. Ammesso che questo sia vero, non è più sufficiente.

Le soft skill si contrappongono a questa visione storico-passatista e conservatrice, e sarebbe sbagliato vederle come una rinascita della cultura umanistica tradizionale sotto altre spoglie, anche se i loro contenuti riguardano aspetti molto vicini a una visione umanistica.

SOFT SKILL: ATTENZIONE ALLE INNOVAZIONI SCIENTIFICHE E AL PENSIERO CRITICO

La cultura umanistica tradizionale, a causa del suo orientamento antropocentrico, ha covato spesso una certa avversione alle innovazioni tecnologiche, assumendo anche posizioni antiscientifiche.

Le soft skill, al contrario, considerano con attenzione questa evoluzione scientifica, ma hanno in sé gli anticorpi per limitarne o ridurne gli effetti deleteri di spersonalizzazione. In altri termini, le soft skill cercano di porre al centro nella loro funzione di formazione l’uomo, non tanto i prodotti realizzati dall’uomo nel passato.

Le nuove realtà produttive hanno bisogno di persone che sappiano esercitare pensiero critico e creatività, non di chi si rifà a un passato più o meno idealizzato.

Come sappiamo bene, le teorie dell’apprendimento sono sempre di fronte a questioni molto rilevanti come, ad esempio, il rapporto tra conoscenze innate e acquisite, l’interdipendenza tra processi di apprendimento e altri processi quali la memoria, l’attenzione.

I VARI MODI DI APPRENDIMENTO NEL RISPETTO DELL’AUTONOMIA DELLA PERSONA

Come è noto, ciò che si può insegnare è solo una parte di ciò che si può imparare e ciò che si può imparare è solo una parte di ciò che si può apprendere. Senza dimenticare l’esistenza dello scarto tra obiettivi, contenuti, metodi di formazione ed effettivo apprendimento, visto che si può apprendere in tanti modi per imitazione, influenzamento, programmazione comportamentale, ecc.

Inoltre, gli obiettivi della formazione possono riguardare diverse aree: conoscenze, capacità, atteggiamenti, in sintesi le aree del sapere, saper-fare e saper-essere.

In questo quadro complesso, tra le offerte formative più interessanti che si pone l’obiettivo di tenere conto di tutte queste variabili, vi è quella del prof. Gian Carlo Cocco, che parte dall’idea che il soggetto che apprende è anzitutto una persona autonoma impegnata in un processo evolutivo che può dirigere e controllare in modo libero e responsabile, in grado anche di confrontarsi con problemi di scelta e, perciò, anche di natura etica e morale.

FAVORIRE UN APPRENDIMENTO DINAMICO ATTRAVERSO FORME DI AUTOCOACHING

L’approccio non si configura come riconducibile a un unico impianto teorico, ma rappresenta una integrazione di saperi e riferimenti metodologici e pratici e rivela un intento costruttivo e non direttivo, favorendo l’espressione della soggettività, facilitata dall’autoindagine e dalla rielaborazione autonoma delle proprie esperienze educative.

In questo percorso, vi sono indicazioni, anche riferite ai classici del pensiero di ogni tempo, che aiutano la ricerca e la scoperta di senso, favoriscono un’apertura alla complessità e al riconoscimento di problematiche contraddittorie ma anche all’integrazione in una cornice globale di conoscenze più ampie e articolate.

Il tutto con un metodo improntato alla riflessione e all’auto-riflessione per favorire processi di problem-solving o, ancor meglio, di problem-finding, con benefici per quanto riguarda l’apprendimento anche in chiave organizzativa.

Insomma, una proposta formativa che evidenzia una valenza “trasformativa” importante che partendo dalla decostruzione dell’ovvio, dei preconcetti e di certi assunti impliciti, percorre la strada di una crescita professionale che è anche personale e umana estremamente significativa.

Chi volesse verificare con un Assessment (valutazione personale) on line il proprio profilo di capacità può contattarci all’indirizzo: info@formathospitality.com

LE “23 SKILL STRATEGICHE” O CAPACITA’

Capacità cognitive
(2)
Capacità dei processi operativi
(4)
Capacità relazionali ed emozionali
(11)
Capacità gestionali ed innovative
(7)
AnalisiProgrammazioneOrientamento alla relazioneOrientamento ai risultati
Soluzione dei ProblemiOrganizazzioneComunicazione verbaleDecisione
ControlloLavorare in gruppoVisione prospettica
DeterminazioneGestione dei gruppiFlessibilità
NegoziazioneDisponibilità all’innovazione
Guida (Leadership)Iniziativa
Gestione dello stress
Gestione dei conflitti
Orientamento al cliente
Integrazione organizzativa
Gestione dei collaboratori

Chi è Gian Carlo Cocco
Negli ultimi quarant’anni è stato dirigente d’azienda e imprenditore nella consulenza all’impresa. Attualmente è Presidente della Time to Mind SA, società internazionale che gestisce una piattaforma telematica di Assessment e sviluppo multilingue. È docente presso l’Università e-Campus alla facoltà di Economia per i corsi “Intelligenze manageriali” ed “Economia del capitale umano”. È autore di moltissimi articoli e venticinque libri.

Articolo pubblicato sul sito: www.milanoincontra.it

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Il significato di ospitalità

ospitalità s. f. [dal lat. hospitalĭtas –atis].  

Qualità di chi è ospitale; cordiale generosità nell’accogliere e trattare gli ospiti: è noto per la sua o.; la tradizionale odi quelle popolazioni

Tra i significati della parola “ospitalità” questo è quello che mi piace di più.

Essere ospitali, non significa dare alloggio a viaggiatori o a viandanti. Significa accogliere in casa propria, nei propri luoghi, nella propria destinazione il passante.

Accogliere il passante, si traduce nel mettersi al suo servizio, bada bene come dicevano nel film “La vita è bella” servire non significa essere servi. Servire è essere indispensabili per un fine, e nel nostro caso il fine è creare ottime memorie nei nostri ospiti, che diverranno indelebili.

Essere ospitali non ha confini territoriali, non ha confini aziendali, non ha confini strutturali. Essere ospitali è un modo di vivere, è una scelta che possiamo fare.

Qualche giorno fa, ricevo di buon mattino un messaggio di un’ospite che mi avvisava che sarebbe arrivata con suo marito ed il bimbo di 6 mesi, verso le 4 del pomeriggio per iniziare la sua vacanza romana. Un po’ sorpreso verifico nel sistema e scopro che la prenotazione era stata richiesta dall’ospite e confermata dal sistema per il 2023…

Avviso immediatamente e scatta la tragedia, sulla strada per l’aeroporto gli ospiti hanno scoperto di non avere alloggio.

Guardo mia moglie che annuisce ed apre la strada per risolvere il problema.

Inizio la ricerca di una soluzione, ricordiamo che siamo in un periodo di alta domanda, e fortunatamente una struttura nelle vicinanze ha disponibilità e gli ospiti trovano immediata soluzione al loro problema.

Questo è ciò che abbiamo fatto, qui di seguito come è stato percepito:

Hi, we are Emilio, Sheyla and Nico (6 months baby), and this may be the only review without actually having stayed at this place. But we can only say good things about the people in charge, especially Riccardo. The thing is that, due to a stupid mistake, we made a reservation for 3 nights but in the wrong year (2023), so when we were on our way to the airport, we just realized about that, and after talking to Riccardo, he found us another place nearby for a wonderful discount, with wonderful host Saya. We are really grateful to Riccardo, his hospitality and help, because he didn’t have to do it, it was our mistake. So we really recommend everyone to try this place as we are sure the people in charge match the wonderful apartments in the best location possible in Rome. And he even left us a present for our child in the new place we stayed. Next time we are back in Rome we will for sure stay at Sweet Collection! Thank you again Riccardo. You are the best!

Credo non vi sia necessità di aggiungere altro.

l’ospitalità e l’essere ospitali è il regalo più grande che possiamo farci!
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What Is Revenue Management?

Revenue Management, is the art of selling:

  • The right product;
  • To the right customer;
  • At the right price;
  • At the right moment.

Nowadays Revenue Management is often seen just as “opening & closing” rates and moving prices “up & down“.

We see several sponsored posts over the web enhancing the ability to higher the revenue by the “usual suspects” that promise percentage of increase, that try to enchant with secret potions that will make you the richest person you have ever dreamed of.

Actually, Revenue Management is not at all this;

Revenue Management is much more than this.

Revenue Management is actually a discipline that must be totally pursued by all Human Resources of the hotel, from the owner to the entire staff.

All Human Resources of the company are needed to be part of the Revenue Management process.

Let’s analyze the Revenue Management statement:

The right product

Very often the product itself is difficultly something to think about:

“you know we have rooms, we have bathrooms, we serve breakfast, that’s it!”

Have you ever asked yourself, which is the character of your product, can you describe it? What is the meaning of your product, what would you like to propose to the market? Are you always updated with the latest solutions that may generate a better product, that will be transformed in higher revenue?

To the right customer

Talking about segmentation, sometimes shows the same reaction that a cow has when a train passes by.

A lot of hoteliers to which I had the chance to talk to, does not have any clue on what a real segmentation means. Sometimes we could be lucky if we find two clusters: business and leisure!

Actually, if you created a product (It does not matter if it is a classical product or a high-tech product, if it is for young travelers, for families or for adults only), you should have thought about a “potential” customer to which your product could fit. Then start from here and define which are the right customers for your property and put them together in clusters with the same willingness to pay and buying habits.

At the right price

The most common mistake is generating a price based on what my next-door competitor does.

A pricing strategy is not based on the kind of clientele that goes to the hotel next door, but it is generated based on the product you have created referred to the cluster of customers to which you refer to.

To make this easier, a 5-star hotel refers to a different type of clientele versus a 1-star property, therefore the pricing strategy refers to the willingness to pay and to the buying habits your target clientele has in a particular moment.

And here it comes:

At the right moment

Bearing in mind the entire process: we have created a product for a specific target clientele that has a willingness to pay and a buying habit that is not 365 at the same level, therefore our studies over the guests must not ignore that habits may vary during different moments, as well as the needs of the target clientele may vary along the year.

To make Revenue Management easier to the new bees:

Revenue Management is not a matter of changing prices constantly, Revenue Management is discriminating the demand when this one is high, and not discriminating demand when this one is low. Based on demand that is generated by your target clientele.

Having understood the above, we do need tools that may help the entire process of discriminating demand, those tools are called Revenue Management Systems.

The question may come easily: why should we need to have systems?

The answer comes even more easily:

Rewind this page and start reading the article again!

We do strongly need tools because the needs of our “to the right customer”, may change and we do need to know these changes within the less time possible in order to act immediately and accommodate the new needs. We need the tools because of our “at the right price” we are in need of identifying any single signal that may vary the willingness to pay or the buying habits. We need the tools because of our “at the right moment” in order to capture the exact moment in which we can get the highest output from our product, from our customer and from the price they are willing to pay.

Remember that the speed a computer has to calculate an output may never be reached by a human brain, as well as the versatility and the capability of a human brain to perceive infinitesimal signals may never be reached by a computer.

So, now you have learned the difference between “doing” revenue management and “apply the discipline” of the Revenue Management.

Any question? please contact me at Riccardo@FORMAThospitality.com

FORMAT – ospitalità d’autore | Via dei Farnesi, 72 – Roma

T. +39 (06) 95.00.90.87

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  • Soffio di Stile – Home design Solution
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  • TimeToMind – Soft Skills Self Assessment Solution
  • HTLAPP – IPTV solution
  • Sweet Collection – Short Rental Solution
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Are We Going Back To The Future?

Durante l’ultimo anno, la pandemia ha messo in discussione le nostre modalità operative e soprattutto ha cancellato il dato del passato, che non aiuta più a valutare i trend del presente.

Stiamo rivedendo completamente la metodologia di applicazione del Revenue Management, identificando i dati che possano concorrere in modo più efficace alle analisi, lasciando sul tavolo quelli che, non più validi, possono essere distorsivi o inefficaci.

Stiamo quindi assistendo ad una rivoluzione nel Revenue Management.

Come in ogni rivoluzione, occorre valutare con attenzione quali siano i comportamenti, le informazioni, i dati che possono essere salvati, ovvero quelli che devono essere eliminati per permettere la crescita, per permettere il progredire della disciplina, dei comportamenti, della conoscenza.

Il comportamento che a tutt’oggi ancora non vede la rivoluzione, è l’analisi del forecast e quindi la vera e corretta proposizione tariffaria per periodi che vanno oltre le due, tre settimane data.

La scorsa settimana, ho avuto modo di avere ospite nell’appuntamento di The Room, l’amico Mirko Lalli, CEO & Founder di The Data Appeal Company, con il quale abbiamo avuto modo di analizzare i trend dei prossimi mesi dell’industria ricettiva.

Source: The Data Appeal Company

La fotografia che ne esce, indica che quanto abbiamo vissuto ed operato nel passato non è servito e non ci ha insegnato nulla.

Il grafico qui sopra (mi scuso per la bassa qualità dell’immagine), mostra nelle colonne blu il numero di prenotazioni effettuate nelle OTA, mentre la linea verde, il trend della tariffa proposta, l’analisi è effettuata nella destinazione Italia.

Il risultato che si evince, è che le prenotazioni arrivano sotto data, circa nelle ultime due, tre settimane data, mentre il trend delle tariffe proposte sul lungo periodo vede una costante crescita, con evidente impoverimento delle conversioni che tendono a scomparire nel lungo periodo.

L’unica cosa certa, attualmente, è che le prenotazioni (le poche prenotazioni) si registrano sotto data a causa dell’incertezza causata dalla pandemia.

La cosa sciocca è che ancora oggi, dopo quanto di negativo abbiamo vissuto, e stiamo ancora vivendo, proponiamo tariffe alte sul lungo periodo, basate su una pressione della domanda incerta e soggetta a mille variabili. Tariffe che saremo di certo costretti ad abbassare quando la booking window raggiungerà le due, tre settimane data.

Ma perché ci comportiamo in questo modo?

Come molto spesso accade, a causa del poco tempo a disposizione, le date che si riescono ad analizzare in modo completo e corretto, difficilmente vanno oltre i trenta, massimo sessanta giorni, e ce ne accorgiamo in quanto non registriamo nessun pick-up, entriamo quindi nella “panic-strategy”.

Analizzare una data, con la mole di informazioni che abbiamo a disposizione, è davvero complesso. La complessità risiede nel collezionare informazioni che provengono da molte fonti diverse e che necessitiamo proporre in modo intellegibile al fine di una più corretta analisi. A volte, poi, ci scordiamo che il calendario non termina il 31 dicembre ma che prosegue inesorabilmente, nel futuro.

Ecco quindi che diverse variabili, si incontrano…anzi, si scontrano.

In genere, nei mesi estivi, le varie OTA, cominciano ad informarci sul fatto che le nostre tariffe non sono aggiornate oltre il 31 dicembre, e questo diventa piano piano un mantra che ci accompagnerà fintanto che, pur di eliminare l’alert, andiamo – quasi scocciati – a popolare di tariffe, “ad minchiam”, tutti i vari calendari, proponendo tariffe Rack, piuttosto che analizzare la possibile domanda, che ci aiuterebbe ad un posizionamento più coerente e corretto.

Arriviamo quindi quasi sotto data, dove accerchiati dal nemico “camere-vuote”, ed applichiamo quindi la “panic-strategy”, abbassando indiscriminatamente le tariffe, cercando in tutti i modi di recuperare il terreno perduto e generando variabili distorsive nel mercato della destinazione.

Source: FORMAT – ospitalità d’autore

Cerchiamo quindi di comprendere quanto importante sia, un corretto approccio al mercato, attraverso delle tecniche base di proposizione tariffaria che tendono, in previsione di “constrained demand”, di posizionarci con una tariffa vendibile che tenderà all’incremento basandosi su previsione dell’occupazione.

Come abbiamo visto, uno dei motivi che ci portano ad un comportamento errato, è dato dall’impossibilità di poter analizzare correttamente ogni singola data futura. Cosa possiamo fare per contrastare questo limite?

Ci possiamo dotare di un Revenue Manager, ci possiamo dotare di un supporto esterno di Revenue Management.

In ogni caso, comunque, sarà necessario dotarsi di un sistema di Revenue Management che semplifichi la raccolta delle informazioni da diverse fonti e che le renda analizzabili in modo intellegibile, magari proponendo una tariffa di vendita per tipologia di camera, per tipologia di occupazione, basandosi sulla proposizione tariffaria del competitive set, sui trend futuri rispetto alla pressione della domanda, sul pick-up quotidiano, sugli eventi nella destinazione, qualsiasi sia la contribuzione che possano avere: positiva o negativa, come ad esempio: OutPerform RMS

OutPerform RMS | Next Gen Opti | HSDS

Affrontiamo quindi il futuro post-pandemia, attraverso una rivoluzione del nostro modo di fare business, guardiamo il passato per imparare dai nostri stessi errori e guardiamo al futuro con la certezza di migliorarci e progredire.

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Il nuovo riferimento per l’home staging

Francesca Pardo

Il nuovo anno è iniziato all’insegna dello stile e dell’home design ricercato e di livello.

Il prestigioso magazine internazionale “Beyond The Magazine” racconta l”ultima fatica di Francesca Pardo, raccontando le sue passioni e le sue realizzazioni, un passo in avanti con la creazione del brand “Soffio di Stile”, dedicato all’home staging residenziale ed extra-alberghiero. Qui di seguito, l’intero articolo. Buona lettura…e…Buon Anno Nuovo!

Francesca Pardo – Founder & Owner

Contatti: info@soffiodistile.it

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Nasce la Revenue Management Alliance!

The Revenue Management Alliance

Un gruppo di società di Revenue Management e di fornitori di tecnologia agili che la pensano allo stesso modo stanno rivoluzionando lo spazio del Revenue Management negli hotel in tutto il mondo unendo le forze e creando The Revenue Management Alliance.

Hospitality Software Development Services / HSDS (Romania), IFHG (Paesi Bassi), iPHoteles (America Latina e Spagna) e Juyo Analytics (Belgio) sono i membri fondatori della Revenue Management Alliance.

Insieme, hanno creato la RM Alliance per offrire ai membri e ai loro clienti il “Virtual Revenue Management Cloud Center” in tutto il mondo, dotato di una piattaforma di Back-Office completa per la gestione del Revenue Management alberghiero, unitamente alle competenze di risorse umane per eseguirle

Successivamente si sono aggiunti altri membri che condividono la stessa visione: RevEffect (Grecia), Revenue by Design (UK), RM4U (Germania), HotelTime Solutions (Repubblica Ceca), Next Gen Opti Italia (Italia). Ognuno di loro porta una elevata esperienza supportata da anni di lavoro nel settore dell’ospitalità e nel mondo della tecnologia e del software.

Soluzioni cloud-based per l’industria dell’ospitalità

Passa al digitale per sopravvivere e prosperare!

La missione dei membri fondatori è reinventare le operazioni di Revenue Management delle strutture ricettive. Fondamentalmente, creando un “Revenue Management Cloud”, una miscela di tutto il software necessario, combinato con tutte le necessarie e qualificate competenze dei Team Membri, offerto su base “on demand”, creando maggiore efficienza e flessibilità.

Quando ho avuto la mia conference call settimanale con Adriaan Kleingeld, lui mi ha detto: ‘non vivere mai una bella crisi’. Dopo questo incontro stavo pensando ad una partnership, alla condivisione delle conoscenze e all’essere parte di un gruppo di persone che amano il Revenue Management e l’Hospitality. Mi è venuta l’idea di avviare un’alleanza per le persone che possiedono Aziende di Revenue Management in outsourcing. Ho parlato con Adriaan della mia idea e del modo di lavorare insieme. Mi ha presentato Ignacio Peña Ayerza, un imprenditore dell’America Latina. Abbiamo avuto un’ottima call sul Revenue Management, software, persone, hotel e partnership. Dopo questa chiamata eravamo tutti molto entusiasti di avviare la Revenue Management Alliance. Abbiamo parlato al nostro amico, Vassilis Syropoulos, dell’RMA e gli abbiamo chiesto un feedback. La sua reazione è stata: “Mi unirò con Juyo Analytics, un software all’avanguardia per hotel e Revenue Manager”. E così è nata la RMA!Albert Kreeft, CEO / Founder di IFHG

Tutti i membri della Revenue Management Alliance credono che sia la combinazione di tecnologia e persone che fa funzionare le cose correttamente, quindi essere presenti in tutto il mondo rende l’Alleanza locale e globale allo stesso tempo.

Quando Albert Kreeft, proprietario di IFHG, una società di consulenza in materia di Revenue Management dei Paesi Bassi, ha suggerito di creare la Revenue Management Alliance, l’idea mi è subito piaciuta. Stiamo aiutando oltre 600 hotel in America Latina e abbiamo appena aperto uffici e avviato iP Hoteles in Spagna, quindi questa collaborazione si adatta perfettamente alla nostra strategia di crescita. Condividere le esperienze e far condividere le idee ai nostri Revenue Manager è un’opportunità favolosa poiché lavorano tutti sullo stesso RMS. Oltre alla semplice condivisione di esperienze, possiamo anche collaborare ai progetti con le nostre risorse, l’Alleanza ci offre un ulteriore vantaggio rispetto alla nostra concorrenza. Grazie Albert per l’ottima idea! Ignacio Peña Ayerza, CEO e Founder di iP Hoteles Argentina e iP Hoteles Spain

Principali vantaggi della Membership con RMA

Con l’aiuto della nuova Revenue Management Alliance, i Revenue Manager e le società di Revenue Management possono utilizzare un’infrastruttura consolidata di entrambi software, personale e flussi di lavoro. Il chiaro vantaggio per i Revenue Managers è che possono farlo offrendo più valore ai propri clienti migliorandone i risultati e riducendo il tempo speso sulle attività di back office.

In effetti, ad essere brutalmente onesto, l’RMA non è stata una mia idea. Quando il Covid si è espanso anche da noi, ho chiamato tutti i miei Partner (aziende a cui forniamo le nostre soluzioni software) per discutere come avremmo superato insieme la pandemia. Una delle mie prime discussioni è stata con Albert Kreeft, Il CEO / fondatore di IForHospitality Group B.V. (IFHG) nei Paesi Bassi, Albert ha chiesto come gli altri clienti/partner stavano affrontando e hanno suggerito che sarebbe stato fantastico se tutti avessimo potuto collaborare in un modo più strutturato. Successivamente, ho chiamato Ignacio Pena Ayerza, CEO / fondatore di iP Hoteles Argentina, La reazione di Ignacio è stata spontanea e ha detto che voleva assolutamente partecipare in modo che tutti avremmo potuto trarre vantaggio dall’esperienza reciproca e persino condividere le risorse era qualcosa che aveva senso. La mia terza chiamata è stata fatta a Vassilis Syropoulos, CEO/Founder Juyo Analytics, egli stesso fornitore del Juyo Analytics, la principale piattaforma di Hospitality Analytics. Sempre dritto al punto, così come è Vassilis, ha detto: “ha senso, ci sono anche io!”. Voilà è nata la RMA “, afferma Adriaan Kleingeld, CEO e Founder di Hospitality Software Development Services / HSDS

Se mai c’è stato un tempo per riallineare le tue operazioni con la nuova realtà che stiamo attraversando, è adesso!

Ulteriori informazioni sulla Revenue Management Alliance, le trovi su www.revenuemanagementalliance.com. Sfrutta la flessibilità della tua forza lavoro come e quando richiesto! Preparati oggi per il domani e risparmia costi e rischi aumentando i tuoi profitti. Unisciti all’Alleanza oggi!

Informazioni su HSDS (membro fondatore)
Hospitality Software Development Services / HSDS ha sede in Romania, Cluj Napoca con a secondo Centro di Sviluppo a Baia Mare, ed è stato fondato nel 2011.

L’azienda sviluppa piattaforme cloud per alcuni dei principali operatori dell’ospitalità del mondo, dai principali Gruppi e Catene di Hotel, alle Società di Gestione Alberghiera, alle Società di Revenue Management, Uffici Centralizzati di Revenue Management, alle OTA, ai principali fornitori di applicazioni nell’Hospitality Industry.

Interessato a una soluzione software per l’ospitalità per il tuo hotel? Contattaci e il nostro team di professionisti sarà lieto di aiutarti.

Oggi gli hotel devono analizzare, prevedere, ottimizzare e razionalizzare molti dati in tempo reale, quindi distribuire le loro camere a un numero sempre crescente di canali di vendita e gestire dinamicamente il miglior prezzo a cui venderle, nonché dove venderle effettivamente. Next Gen Opti Italia offre soluzioni cloud-based per il settore dell’ospitalità, guidata da Riccardo Cocco, che da 30 anni lavora, vive e respira Ospitalità, è un esperto di Revenue Management, Consulente e gestore di Strutture Ricettive.

Next Gen Opti – Italia
c/o FORMAT – ospitalità d’autore
Via dei Farnesi, 72 – Roma (Italia)
+39 (06) 95.00.90.87
+39 (348) 99.56.059
info@formathospitality.com

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#CORONAVIRUS: Ricomincio da tre!

Ricomincio da tre è un film del 1981 diretto ed interpretato da Massimo Troisi

Da qualche giorno siamo in guerra!

La guerra è contro un temibile virus che sta generando psicosi incontrollate in qualsiasi parte del mondo. Non ho la presunzione di dare delle ricette o delle date o delle soluzioni. Queste le lascio agli esperti.

Leggo un po’ ovunque un pessimismo estremista che non prospetta nulla di buono, ma vede soltanto l’inizio della fine.

Hanno iniziato i telegiornali, seguiti a ruota dai quotidiani, hanno fatto degli speciali in TV o su canali youtube, hanno invaso i social media, seminando pessimismo cosmico, che al confronto il buon Leopardi era un pivello!

Sia ben chiaro, qui non si cerca di fare gli struzzi, la drastica diminuzione di turisti è sotto gli occhi di tutti, le cancellazioni anche e soprattutto le previsioni non sono al momento positive.

Roma – Feb 2019 vs Feb 2020 source STR Global

Nel grafico si vede il tracollo dell’occupazione degli alberghi di Roma nel mese di Febbraio 2020 a confronto con il mese di Febbraio 2019. Da notare l’andamento “prudente” nella prima fase del periodo analizzato e la drastica diminuzione negli ultimi giorni del mese, ovvero quando si è cominciato a registrare un aumento dei casi ufficiali in Italia.

Vorrei poter guardare al problema da una prospettiva diversa, da una prospettiva che vede una luce in fondo al tunnel.

Mi piacerebbe quindi dare una mia visione del futuro del mondo dell’ospitalità ricettiva.

RICOMINCIA DA 3

  • MANUTENZIONE

Quante volte capita che vorresti pianificare degli interventi abbastanza approfonditi, ma le fluttuazioni di domanda non ti permettono di avere il tempo necessario per poter completare alcuni lavori? Quante volte capita che ti arrabbi per aver ricevuto una recensione che sottolinea un po’ di trascuratezza della struttura?

Ora ne hai l’opportunità, hai il tempo necessario per sistemare quelle tubazioni in quella camera che assegni sempre per ultima, così cerchi di limitare le recensioni brutte, hai l’opportunità di riverniciare quella parete dove sbattono sempre con i bagagli.

  • FORMAZIONE

Uno degli aspetti più affascinanti del nostro mondo, è che muta continuamente, si perfeziona, si alimenta con nuove tecnologie e nuove discipline. Così come per ogni settore, la formazione gioca un ruolo fondamentale per poter essere sempre competitivi e soprattutto poter rispondere alle esigenze dell’ospite.

Ecco un’altra opportunità, approfitta di questo tempo per formarti, analizza gli ambiti dove hai l’esigenza di migliorare. Cerca la tematica più adatta al tuo lavoro e mettiti alla ricerca di corsi di formazione o di coach che ti possano permettere, nei tempi giusti, di colmare le lacune.

  • PREZZO

Sono diversi anni che si assiste “impotenti” al ribasso indiscriminato delle tariffe di vendita, hotel 5 stelle si vendono a 39,00 euro, hotel a 3 stelle si propongono alla vendita a 11,00 euro. La “guerra degli stracci” ha innescato un meccanismo vizioso di corsa al ribasso con l’effetto dei vasi comunicanti, il tutto a beneficio di un mercato potenzialmente florido, il quale si è abituato ad acquistare sempre più sotto data visto il trend ormai consolidato di partire da tariffe più elevate sul lungo periodo per poi “sbragarle” sotto data per via della “panic strategy”. Si è sempre alla continua ricerca di un colpevole e non si fa nulla per uscire da questo vortice al ribasso. Ci si lamenta sempre che le tariffe medie di Parigi, Berlino o di altre Capitali Europee sono sempre più alte delle nostre.

Abbiamo ora l’opportunità di riprenderci il posto che abbiamo volontariamente abbandonato da anni. Quando i nuovi flussi turistici riprenderanno il loro normale andamento, facciamoci trovare “lavati e pettinati”, abbiamo rimesso in ordine le strutture, siamo diventati ancor più professionisti, è quindi il momento di riprendere il nostro posto nel mondo turistico ricettivo, proponendo tariffe all’altezza di una destinazione come l’Italia, che non scordiamo, è la meta più ambita da milioni di viaggiatori nel mondo!

Fai come me: RICOMINCIA DA TRE!!!

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Giovani senza lavoro o senza fame?

E’ sempre istruttivo vedere come si gioca con il futuro delle nuove generazioni.

Prima si piange in diretta e si dice ai ragazzi di non essere “choosy“.

Poi si comprende l’importanza dell’avvicinamento tra il mondo dell’istruzione e quello del lavoro, creando i presupposti di “Alternanza Scuola-Lavoro” che con la Legge 107 del 13/07/2015, del governo Renzi, si indica di svolgere per “almeno” 200 ore per i Licei e 400 ore per gli Istituti Tecnici e Professionali nel triennio finale.

Passa poi la palla al primo governo Conte che con la finanziaria 2019 cassa l’opportunità dei giovani che vedono con la nota 3380 del 08/02/2019 del MIUR scendere a 90 ore per i Licei, 150 ore per gli Istituti Tecnici e 210 ore per gli Istituti Professionali, le ore minime di Alternanza Scuola-Lavoro.

Stamane il Sottosegretario allo Sviluppo Economico Alessia Morani, pone l’accento sull’importanza dell’Alternanza Scuola-Lavoro: “Occorre fare un grande investimento in tutto quello che è Alternanza Scuola-Lavoro.“, e continua: “Occorre riallineare le competenze in uscita dalla Scuola con quelle in entrata nel mondo del Lavoro.

video di MediasetPlay – Mattino5

E quindi continueremo a chiederci il perché dei cervelli in fuga, dandoci però delle “paraculissime” pacche sulle spalle quando poi 3 Donne: Maria Rosaria Capobianchi, Francesca Colavita e Concetta Castilletti, ricercatrici presso l’Ospedale Spallanzani di Roma, isolano per prime in Europa il corona virus.

Ad ogni modo, per voi giovanotti choosy, tanto lazy e molto skazzy…state tranquilli che ci sono tante opportunità in stage…

Photocopy Manager in action
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Roma vs Barcellona

InsideAirBnB è una fonte molto interessante di numeri da analizzare.

La guerra contro il modello AirBnB, si sta facendo sempre più aspra e si prevede che lascerà molti strascichi. Il decreto milleproroghe prevedeva l’inasprimento verso le locazioni brevi, ritirato all’ultimo minuto, in attesa di un intervento da parte del Ministro Franceschini. Giusto? Sbagliato? Non sta a noi dirlo, ma leggere i numeri permette di farsi una propria idea.

Uno dei cavalli di battaglia del “popolo contro“, chiede a gran voce di copiare le grandi città Europee che hanno già inasprito la regolamentazione degli affitti brevi. Vediamo cosa è successo dal 2017 al 2019 in una delle città bandiera della guerra contro il modello AirBnB.

Dallo specchietto qui sopra si evince che la presenza di strutture pubblicizzate su Airbnb a Barcellona è cresciuta del 15,8% tra il 2017 ed il 2019. Nello stesso periodo le strutture presenti su Roma sono diminuite del 2,40%.

L’elemento più significativo dell’analisi, elemento a cui occorrerà prestare attenzione nel prossimo futuro, è l’aumento delle camere di Hotel all’interno dei listing di AirBnB, segno tangibile di interesse verso il canale di vendita che propone la Community?

Mi piace chiudere, rubando una frase di Alberto Melgrati, amministratore delegato di Halldis: “Gli affitti brevi sono un’estensione del settore ricettivo, non sono in contrapposizione all’hotellerie, ma complementari.”.