Carissimo Alessandro,
mi dispiace ma questa volta hai preso un forte abbaglio!
Leggendo quanto riportato nella tua intervista su Pambianco News Hotellerie, si leggono dei passaggi che possono, a mio avviso, divenire pericolosi ed accentuare ancor di più la spinta verso l’abusivismo, cosa che ne Federalberghi ne le persone civili vogliono.
Andiamo per ordine:
“Le regole del comune di New York non prevedono divieti, ma solo il ragionevole obbligo di rispettare le regole vigenti per l’attività che eserciti.”
Le regole a New York, così come in moltissime parti del mondo, esistevano, esistono ed esisteranno, ciò che è avvenuto a New York, in sintesi, è il divieto di affittare la proprietà privata, è il divieto di competere nel mercato ad un’Azienda. Quanto accaduto a New York, raccoglie il plauso di chi non è cosciente che tale iniziativa (che sono certo verrà sovvertita a breve da Tribunali Federali), induce al restringimento delle libertà di utilizzo della proprietà privata e inibisce la libertà di operare ad un’Azienda, sinceramente non ho modo alcuno di comprendere come si possa gioire di tali attività antidemocratiche.
Come ti accennavo prima, questo tipo di azioni, di sicuro generano reazioni, ed ecco cosa trovi sui due maggiori portali:
Divertente notare che a Manhattan, sembra non abbiano preso sul serio l’iniziativa. Ancor più interessante è vedere che il 95% delle strutture che insistono su Manhattan pubblicizzate su Booking, non sono disponibili, e non abbiamo posto limiti di prezzo.
“Se vuoi fare l’albergatore, prendi una licenza da albergatore.”
Su questo punto aprirei due fronti, il primo che si riallaccia a quanto sopra descritto, le regole esistono, andarle a restringere ulteriormente è palese dimostrazione, da parte degli organi preposti, di incapacità oggettiva al controllo. Oggi questa, ad esempio, è la situazione nel Comune di Roma:
Questo significa che, partendo dalle strutture registrate e quindi potenzialmente non abusive, 12.866 aziende, ditte individuali e proprietari di immobili, dovrebbero prendere la licenza sulla base dei residui 1061 alberghi? Questa a casa mia non si chiama democrazia, perché (sempre a numero di licenze/permessi) il 7,61% di una Comunità (la Comunità Turistico Ricettiva della Capitale) non può e non deve dettare legge al restante 92,39%, sempre che la matematica – come spesso accade in alcuni ambienti – non sia solo un’opinione.
Vedi Alessandro, dal punto di vista di chi gestisce le strutture extralberghiere, non si sentirà mai l’esigenza di voler belligerare sul piano legislativo per inasprire le regole che determinano l’operatività degli alberghi, al contrario, si è molto favorevoli ad una semplificazione di queste. Sinceramente non comprendo l’esigenza da parte di molti organi rappresentativi di voler a tutti i costi lottare per peggiorare le regole altrui, piuttosto che unirsi per semplificare le regole di tutti.
Veniamo un attimo al mercato, dal primo giorno in cui ho messo piede nel mondo del lavoro, sono sempre stato bombardato dal refrain “è il mercato a decidere”, poi quando ho iniziato il mio percorso lavorativo in hotel, questo refrain è diventato un mantra. Come mai, di colpo, se il mercato sceglie un prodotto diverso, più fresco, più in linea con le sue aspettative, si innalzano barriere contro quello stesso mercato che fino a ieri era definito il “datore di lavoro”? Oggi il mercato non è più in grado di scegliere per sé stesso e quindi va “accompagnato” nelle scelte diminuendo drasticamente l’offerta? Perdonami ma questo scenario è davvero difficile da comprendere.
Il secondo fronte che intendo percorrere a seguito della tua frase: “Se vuoi fare l’albergatore, prendi una licenza da albergatore.” è più semantico del primo. A mio avviso, se vuoi fare l’albergatore, prima studi da albergatore, poi richiedi un’eventuale licenza. Prima ti prepari a diventare un albergatore, poi richiedi una licenza.
Purtroppo, e sono certo che converrai con chi scrive, oggi essere albergatori non è altro che il passaggio generazionale tra la precedente e l’attuale generazione che molto spesso crede che essere albergatori avviene per passaggio dinastico o per ancora inesplorate spire del DNA genitoriale. Se unisci questo alla palese incapacità innovativa delle precedenti generazioni, se lo unisci all’”abbiamo sempre fatto così”, se lo unisci alla cristallizzata classificazione alberghiera – ormai vetusta ed inefficace -, se lo unisci alla dichiarazione di tariffa massima da dover esporre al pubblico, comprenderai che l’attuale mondo è ben distante dall’ospitalità che alcuni ancora manifestano, è ben lontano dall’innovazione tecnologica che una capitale come Roma dovrebbe offrire al mondo. Ben vengano gli investimenti stranieri, ben vengano le spinte di marchi di prestigio che, sembra strano a dirlo, saranno dalla parte dell’innovazione, saranno dalla parte di un prodotto fresco, di un prodotto all’altezza delle aspettative di un mercato effervescente che è sempre alla ricerca di novità, di unicità, di esperienza, proprio come il tanto vituperato mondo dell’extralberghiero.
Non a caso grandi brand, stanno puntando sullo Short Rental:
Marriott International,
Rocco Forte,
Radisson Group,
Accor One Fine Stay,
Mandarin Oriental
e una delle Compagnie Alberghiere più amate dai Romani…sti:
Auberge Resort Collection.
Sappiamo che per rispondere al cambiamento del mercato, abbiamo inventato le “pertinenze alberghiere” restando sotto l’egida della stessa licenza operativa, non distanziandosi troppo dalle altre proposte extralberghiere, se non per la possibilità di erogare i servizi già presenti nella casa madre della struttura.
Cambierei quindi il tuo assunto in “Se vuoi fare l’albergatore, studia, altrimenti fai l’imprenditore e lascia guidare le strutture a professionisti riconosciuti in un albo”, professionisti, non prestanomi.
Mi soffermo poi sull’ultima parte del tuo intervento: “Federalberghi e Federalberghi extra (associazione delle attività ricettive extralberghiere) chiedono di mettere fine a questo ‘far west’ nell’interesse di tutti gli operatori, perché l’evasione fiscale e la concorrenza sleale danneggiano tanto le imprese turistiche tradizionali quanto chi gestisce in modo corretto nuove forme di accoglienza”, qui occorre fare un po’ di chiarezza per chi legge, altrimenti si continua a vivere nella confusione:
Federalberghi Extra, come da statuto, è un organo costituito dalla Federazione delle Associazioni Italiane Alberghi e Turismo, quindi da Federalberghi, in pratica come se la Federazione delle Automobili costituisse una Federazione delle Motociclette con le quali è in contrapposizione…detto questo, si chiede di mettere fine al “far west”, ovvero alla confusione che sia nelle istituzioni che negli operatori regna sovrana. Per prima cosa, la confusione deriva dall’involontario (o volontario?) errato utilizzo dei termini.
Affitti brevi, Locazioni turistiche, Locazioni Brevi, Case Vacanza, Affittacamere, B&B, etc., termini che hanno ognuno un significato specifico, ma che vengono utilizzati strumentalmente per accrescere la confusione di operatori, amministratori e opinione pubblica. Le leggi ed i regolamenti esistono per ogni fattispecie, con limitazioni operative decrescenti rispetto alla crescita dei doveri imposti, quindi di cosa parliamo?
Desidero però soffermarmi sull’ultimo punto ovvero: “…nell’interesse di tutti gli operatori, perché l’evasione fiscale e la concorrenza sleale danneggiano tanto le imprese turistiche tradizionali quanto chi gestisce in modo corretto nuove forme di accoglienza.” Sarebbe auspicabile conoscere posizioni ed attività di contrasto nei confronti di chi ha evaso 1,8 milioni di euro di contributo di soggiorno, e che ha messo in ginocchio decine di famiglie chiudendo l’attività (che, come l’araba fenice che rinasce dalle sue stesse ceneri, questi rinascono sotto altre vesti), contro chi ha evaso 2,5 milioni di euro di contributo di soggiorno. Queste realtà non agiscono in concorrenza sleale nei confronti degli altri albergatori che invece seguono le regole fino in fondo?
Alessandro, quello di cui, a mio avviso, si ha realmente necessità, è una fotografia scevra da ogni pregiudizio (per capirci, non sto pensando a Sociometrica…), sai, il mondo dell’extralberghiero in genere, è un indotto che genera molti posti di lavoro, un volano per l’economia dell’area dove opera, molta ricchezza per diverse realtà-destinazione.
Comprendo che la paura di essere trangugiati da un mercato con manifeste esigenze diverse dal passato, a cui non siamo (o non abbiamo voluto) rispondere adeguatamente e per tempo, porta ad azioni sconsiderate, approssimative ed affannose.
Sai, durante la mia carriera, ho dovuto molte volte ricordare ai miei “capi” (che a volte non avevano mai messo piede dietro an un bancone della reception), che sono gli ospiti che fanno i numeri, e non viceversa.
Se l’offerta 1, 2 stelle è ormai vetusta e non accettata più dal mercato, non è colpa dell’extralberghiero, non è colpa della “Signora Maria” che affitta il suo appartamento.
Ti vedo! So che stai per dire: “La Signora Maria non gestisce 300 appartamenti!”, come d’altronde ricordava qualche giorno fa l’Assessore Onorato. Vedi, Alessandro, esistono diverse fattispecie nel mondo dell’ospitalità. Sono certo che non ti dico nulla di nuovo se parlo di contratti di management, o di lease-management. In pratica, sai di certo meglio di me, che l’Hotel Bulgari, non è proprietario delle mura, il Cardo Hotel, non è proprietario delle mura, così come quasi il 100% dei marchi e delle strutture alberghiere che insistono sul nostro territorio, non hanno la proprietà delle mura, perché, spesso, i proprietari delle mura sono imprenditori, fondi o anche privati, che mettono a reddito le loro proprietà. Perché questo non è plausibile, a modo di vedere di alcuni, nel mondo degli immobili residenziali? Esistono fattispecie che rispondono al nome di Property Manager, che gestiscono il patrimonio immobiliare di persone, fondi o aziende.
Spero quindi, Alessandro, che prima o poi la ragione prevalga rispetto alla contrapposizione inutile e dannosa.
Spero che la finiremo di vedere Hotel 5 stelle vendere a gennaio una doppia con la prima colazione a 34 euro, spero che la finiremo di leggere che sul territorio italiano vi sono migliaia di abusivi.
Spero che uniti, i due mondi, possano disegnare insieme un solco di unità di intenti diretti al miglioramento dell’ospitalità italiana, che ha fatto scuola e che ci auguriamo tutti possa ancora una volta insegnare al mondo intero la suprema eccellenza che l’italianità è in grado di rappresentare in tutti gli ambiti raccolti sotto l’abbraccio di una parola che amiamo tutti: