Tanti di noi, in ogni settore economico, hanno la responsabilità nei confronti di tutti coloro i quali li seguono, negli scritti, nelle posizioni, nelle idee, negli interventi.
Una responsabilità oggettiva nell’essere, volenti o nolenti, dei riferimenti, a volte delle guide, spesse volte degli esempi.
Oggi questa responsabilità assume un valore ancor più grande, ancor più importante!
Siamo coscienti, ormai, della difficoltà di questi momenti, siamo coscienti di dover affrontare un nemico che non abbiamo mai affrontato, siamo coscienti che probabilmente la strada è ancora lunga.
Negli anni ‘60, Karl Popper analizzava l’esigenza dell’essere umano nel dover trovare un “colpevole”, un “capro espiatorio”.
La natura, troppo spesso reale, dell’essere umano, di essere individualista, egocentrico, in questi momenti, soprattutto in alcuni cosiddetti “opinion leader”, muta e lo rendono bisognoso della necessità impellente di dover deviare momentaneamente l’attenzione dall’ “io” per concentrarsi sul pessimismo catastrofico.
Ma questo comportamento sociale, in realtà nasconde un forte attaccamento all’ “io”, perché tende ad aggredire la sensibilità del prossimo più debole ovvero “follower”, nei suoi angoli più deboli, che richiamano proprio l’esigenza umana di trovare il capro espiatorio, cercando quindi di far breccia cercando di aumentare l’autorevolezza nei confronti di questi, che ignari, ne riconoscono il valore, incensandone i comportamenti, le posizioni, le indicazioni. Non comprendendo di essere solo degli strumenti nelle mani di questi.
I “seguaci”, quindi, trovano riscontro emotivo a questa esigenza temporanea.
Riscontro emotivo che altro non è che un palliativo che soddisfa temporaneamente gli animi, ma che apre le porte a pessimismo profondo, che indirizza verso una depressione distruttiva.
La creazione, nel prossimo, di quel senso di sconfitta, riporta alla fonte generatrice, quel senso di autorevolezza effimera che trasuda ignoranza tangibile, mascherata da conoscenza e competenza, ma che ha fondamenta che affondano nella sabbia.
Quindi:
AVETE ROTTO IL CAZZO!!
La missione di chi ha 10, 100, 1000…seguaci, follower, lettori – chiamateli come volete – è quella di iniettare un ottimismo consapevole, una speranza, un pensiero positivo.
Per semplicità è il compito che permette chiaramente di evidenziare e rendere visibile una flebile luce che si intravede in fondo al tunnel. Si perché ogni tunnel, anche il più lungo, ha un’uscita!
La prima e più forte “medicina” tesa ad alzare le difese immunitarie è il pensiero positivo e consapevole.
Prendiamo spunto da tutti quei filmati che abbiamo visto in questi giorni, dove il Popolo Italiano, ha dato il meglio di se, affrontando la crisi con uno spirito positivo.
Regaliamoci, in questi giorni di “reclusione forzata”, qualche ora al giorno dedicata alla distrazione, alla manualità, alla creatività.
Abbiamo imparato, in questi giorni, a riconoscere degli angeli, che chiamiamo eroi.
Questi angeli altro non ci chiedono che di seguire le indicazioni che ci vengono date, indicazioni che, se seguite, renderanno più corto il tunnel che stiamo percorrendo, che illuminerà sempre più forte la sua fine, la sua uscita.
Questa ci rivelerà un futuro da ridisegnare ancor più bello di prima perché consapevole di alcune nostre nuove debolezze che abbiamo imparato a governare!